Le uova di Pasqua. Tra storia e tradizione.

Pasqua. Insolita quest’anno, per tutti; senza lunghi pranzi con i parenti, sontuose tavolate, viaggi e gite. E per quanto probabilmente in famiglia si festeggerà comunque e non mancheranno piatti della tradizione, verrà meno quell’atmosfera conviviale e così unica che caratterizza la festività. Una cosa però non potrà mancare, e sarà comunque una gioia… le uova di Pasqua; e così i loro colori, il loro gusto, l’emozione e la gioia di tutti nello scartarle, romperle e trovare la sorpresa… e certamente mangiarle.

Non ho mai privilegiato una qualità piuttosto che un’altra, anche se ho sempre preferito produzioni più pregiate e artigianali, (mangio poco cioccolato, quindi quanto capita, che sia buono) con l’arrivo dei figli poi, non sono mai mancate anche confezioni più commerciali, e anche quest’anno, ne sono certo, ne avremo parecchi, che consumeremo anche nei giorni successivi.

Ma da dove arriva l’uovo di Pasqua? Perché è il simbolo di questa festività? Perché di cioccolato?

E la sorpresa???

-Le origini. L’uovo.

Fin dall’antichità questo alimento ha ricoperto un importante valore simbolico. I Persiani per esempio, con l’arrivo della primavera amavano regalarsi delle uova, simbolo di nuova vita, talvolta decorate con approssimatici disegni a mano,  . Per gli egizi l’uovo era l’origine di tutto e il fulcro degli elementi, nei paesi del nord del mondo all’uovo sembra essere connesso un significato legato al cosmo, per alcune culture pagane inoltre l’unione di Terra e Cielo unendosi, formavano un uovo, simbolo di vita. Non a caso, uova di terracotta sono state spesso rilevate in sepolcri antichissimi. Con l’avvento del Cristianesimo, l’uovo, seguendo un filo conduttore logico, diventò così simbolo di rinascita, di resurrezione. In relazione quindi alla morte e alla resurrezione di Cristo questo simbolo è rimasto sostanzialmente immutato fino ai tempi moderni.

-Le uova come dono….

Come ho detto, già i Persiani usavano farsi dono di uova decorate, la tradizione si diffuse poi tra altri popoli antichi, i primi cristiani della Mesopotamia ad esempio macchiavano le uova con una colorazione rossa in ricordo del sangue di Cristo, versato alla sua crocifissione. La leggenda racconta che ritornando dal Santo sepolcro vuoto, Maddalena incontrò Pietro al quale annunciò la resurrezione. Lo stesso rispose: “crederò alle tue parole solo se le uova che porti nel tuo cestino si tingeranno di rosso”. Le uova divennero immediatamente rosso porpora e Pietro si inchinò al miracolo. Da allora alla fine di ogni messa per la celebrazione della Pasqua, vennero distribuite tra i fedeli delle uova colorate di rosso.

Fu nel Medioevo però che il dono delle uova decorate cominciò ad affermarsi come tradizione prettamente pasquale, dapprima come regalo alla servitù, in seguito, soprattutto in Germania e nei paesi scandinavi si diffuse il costume di regalarsi uova colorate la domenica di Pasqua.

Tra i ricchi e gli aristocratici divenne invece abitudine di donarsene fabbricate in argento, platino, oro, e con finiture e decori di grande pregio. Edoardo I, re d’Inghilterra, dal 1272 al 1307, commissionò la creazione di circa 450 uova rivestite d’oro da donare in occasione della Pasqua.

… e le uova di Fabergè

Fu Peter Carl Fabergè che contribui alla diffusione del dono nell’uovo. Nel 1883 lo zar Alessandro III di Russia, commissionò all’orafo di confezionare un regalo speciale per la zarina Maria. Fabergè e i suoi orafi così progettarono e realizzarono un uovo con sorpresa come regalo di Pasqua. L’uovo, di colore bianco con smalto opaco aveva una struttura a scatole cinesi: all’interno vi era un tuorlo tutto d’oro, contenente a sua volta una gallinella colorata d’oro e smalti con gli occhi di rubino. Quest’ultima racchiudeva una copia in miniatura della corona imperiale contenente un piccolo rubino a forma d’uovo.  La zarina fu così contenta che Fabergè fu nominato gioielliere di corte e gli fu commissionato di preparare un uovo, la cui lavorazione durava circa un anno, per ogni ricorrenza pasquale, con la condizione che ogni pezzo sarebbe dovuto essere unico e naturalmente contenere un regalo. Furono create in totale, tra il  1885 e i 1917, 59 di queste uova di Pasqua, in oro e materiali pregiati.

Se a alla fama di Fabergè si deve la diffusione del regalo all’interno dell’uovo, pare però che sia da ricondurre ai cioccolatai torinesi l’idea originaria del dono all’interno dell’uovo, di cui si hanno documentazioni a partire dalla prima metà del 1700.

-Le uova di cioccolato.

Relativamente alla moda delle uova di cioccolato non esiste un riscontro univoco. Sebbene le versioni che accreditino la nascita di questa prelibatezza siano differenti, la tesi più avvalorata sembra riconducibile al regno di Luigi XIV. Pare infatti che il Re Sole, fosse solito di regalare uova rivestite d’oro a nobili e cortigiani seguendo la tradizione già diffusa. Non tutti sanno che il Re era anche un grande estimatore di cioccolato, tanto da avere un maitre chocolatier personale, tale David Chaillou e che allo stesso chiese quindi di preparare uova dorate su di una base di cioccolato anziché su uova normali.

L’uovo di cioccolato ha quindi una  storia meno recente dell’uovo di Fabargè.

L’unione di queste due esperienze ha determinato così l’avvento dell’uovo di cioccolato con il dono all’interno. E se al principio la preparazione di questo dolce era affidata esclusivamente ad artigiani del cioccolato, con il diffondersi dell’usanza e con la sempre maggiore richiesta, unità ad una maggiore conoscenza della lavorazione, si è arrivati a produzioni più di massa.

Nel 1819 François Luis Cailler realizzò un primo macchinario per la manipolazione del cacao. Nel 1820 l’olandese Coenraad van Houte inventò la pressa idraulica per separare i grassi dalla polvere di cacao. Daniel Peter è il padre del cioccolato al latte e al più celebre Rodolphe Lindt introdusse il conciaggio, un processo di lavorazione che rende il cioccolato vellutato e particolarmente morbido al palato rispetto a quello granuloso prodotto fino ad allora.

La prima produzione industriale di uova di cioccolato sembra risalire al 1875 per opera di John Cadbury.

-L’uovo oggi.

E’ a partire dalla seconda metà del 1900 che l’uovo al cioccolato ha avuto la sua maggiore diffusione con un consumo chiaramente più elevato nel periodo pasquale. L’aggiunta del regalo al suo interno è stata sicuramente una delle cause della sua grande popolarità, soprattutto tra i bambini. Le uova al cioccolato artigianali vengono prodotte sempre in minore quantità a favore di prodotti industriali. Oggi è possibile scegliere tra differenti proposte, legate a consumi e tendenze sempre più diversificate, come le uova con cioccolato al latte di soia, aromatizzato, al peperoncino. L’avvento del marketing ha determinato il successo delle uova di Pasqua grazie alla presenza di giocattoli per bambini, con confezioni sempre più diversificate e particolari, così da rendere il cioccolato un semplice contenitore, passato in secondo piano rispetto alla sorpresa, con inevitabile ripercussione sulla qualità. Ciò non toglie che ci si possa ancora rivolgere ai piccoli artigiani, sempre meno, che conservano ancora tradizione ed eccellente qualità.

In alcune aree del mondo comunque la tradizione delle uova di gallina è rimasta immutata, in particolare nel mondo ortodosso, lo si preferisce ancora all’uovo di cioccolato. In Francia invece, ma ho avuto modo di verificarlo di persona anche qui in Italia, è tradizione nascondere piccole uova pasquali in aree verdi, giardini o spazi aperti e di organizzare vere e proprie cacce al tesoro per i bambini.

Nonostante l’epidemia che ha colpito il mondo sono certo che le uova di Pasqua non mancheranno sulle vostre tavole, anzi sono convinto che nonostante tutto qualcuno le avrà già in casa pronte per essere mangiate.

Grandi, piccole, medie, al latte o al cioccolato… Voi come le preferite??

Buona Pasqua.

P.S.