Il gel di Mellone, tipicità Siciliana.

Il Ferragosto è  una festività istituita dall’Imperatore Augusto nel 18 A.C. che si aggiungeva alle già esistenti festività cadenti nello stesso mese; in origine aveva lo scopo di collegare tutte le festività agostane per fornire a tutti, in particolare a coloro che lavoravano nei campi, un adeguato periodo di riposo dopo le fatiche delle settimane precedenti. In origine cadeva il giorno 1 del mese di agosto e fu la Chiesa Cattolica a proporre lo spostamento al 15 del mese per unire la ricorrenza laica alla festività religiosa dell’Assunzione di Maria.

La tradizione popolare della gita fuori porta per Ferragosto nasce a metà degli anni venti, quando il Regime, attraverso associazioni dopolavoristiche, cominciò ad organizzare gite popolari, arrivando anche ad istituire “Treni popolari speciali”, a prezzi particolarmente bassi, per favorire gli spostamenti nei giorni del 13 14 e 15 di Agosto.

Oggi il Ferragosto è il culmine della stagione estiva e delle vacanze e si festeggia in tutta Italia seguendo ricorrenze diverse e popolari che variano da regione a regione.

La gastronomia, influenzata dai territori, per Ferragosto offre diversi spunti e particolarità, dal piccione arrostito (da qui il detto popolare “a Ferragosto, piccione arrosto”) alle bombe di riso con piccione del piacentino, dal pollo in umido con peperoni a Roma, al Galluccio al forno con patate di Foggia. Noi, che abbiamo un forte legame con la Sicilia, vogliamo raccontarvi quello che, soprattutto a Palermo, per la festività di Santa Rosalia, patrona della città e per Ferragosto è considerato un piatto al quale non si può rinunciare… un dolce, speciale e fresco: il gel di mellone.

Diffuso in tutta la Sicilia, come molte ricette della tradizione, anche questa è ricca di varianti territoriali e familiari. Il gel di mellone o più semplicemente gel di melone (Per i siciliani è il “gelu di muluni” perchè “muluni” in siciliano significa anguria, per chi non conosce l’idioma il nome è fuorviante potendosi confondere con il melone,  ma nell’italiano comune è per tutti il gelo d’anguria) è un dolce tipico a base di anguria, appunto; questo frutto di origine tropicale, dalla corteccia striata di verde, con la sua polpa rossa e i suoi semi neri, con la bella stagione è tradizionalmente protagonista di un vero e proprio culto.

Addentare una grossa mezzaluna di anguria, rigorosamente fredda, equivale ad un vero e proprio momento di estasi sensoriale che inebria le papille gustative di suggestioni esotiche, e poco importa se il succo ti bagna le mani e giù fino ai gomiti, o se quasi ti lava la faccia, per un siciliano, questo è un rito al quale non si può rinunciare. In Sicilia l’anguria è forse il frutto più amato, per il sapore dolce e per i suoi colori brillanti.

A Palermo soprattuto, girando in città non è raro imbattersi in carretti o camioncini, agli angoli e ai bordi delle strade, letteralmente carichi di piramidi di angurie. Il venditore di “muluna”  è detto “u mulunaru” ed è un riconoscitore esperto del frutto, ne capisce la maturazione dando uno schiaffo alla corteccia e ascoltandone il rumore, garantendone così la bontà al cliente.

Dolce e succosa, l’anguria, è un frutto dalle numerose proprietà e dal ridotto apporto calorico. Contrariamente a quanto si pensa, infatti, il suo sapore dolce non deriva da un elevato contenuto di zuccheri, che anzi è una piccola percentuale, ma dalla presenza di sostanze aromatiche particolari. Servita a conclusione di un pasto o degustata come spuntino, l’anguria è il frutto protagonista delle caldi estati siciliane. La composizione per il 92% d’acqua le conferisce un indiscusso potere rinfrescante e dissetante che la rende una valida alternativa ad un gelato o ad una granita, inoltre, al di là del sapore dolce e delizioso, è ricca di proprietà benefiche per l’organismo. Grazie alle sue qualità diuretiche e drenanti, ha uno straordinario effetto depurativo, aiuta a ripulire i reni e il fegato, combatte il gonfiore alle gambe e la ritensione idrica. Nonostante il ridotto apporto calorico, si tratta di un frutto altamente energetico, contiene sali minerali e magnesio, costituisce una grossa fonte di vitamine e rappresenta un ottimo alleato contro la spossatezza delle giornate afose.

Il gel di melone, un dolce al cucchiaio che per aspetto e freschezza potrebbe somigliare ad un gelato, è una gelatina a base di anguria addensata con l’amido e guarnita con granella di pistacchio, fiori di gelsomino e gocce di cioccolato (in rappresentanza dei semi). Sebbene la tradizione di questo dolce risalga a tempi piuttosto remoti, non si conosce con precisione la storia della sua ricetta, alcuni ne attribuiscono l’origine all’influenza della cultura gastronomica degli Arbëreshë, una popolazione proveniente dall’Albania che, nel corso del quindicesimo secolo, si stanziò in Sicilia. Altri, invece, la riconducono, come molti piatti tipici, all’epoca della dominazione araba dell’Isola, adducendo come motivazione il fatto che il gelsomino, la cannella e il pistacchio costituiscano un chiaro rimando ad aromi e profumi d’Oriente.

Ad ogni modo, oggi, questo dolce è stato definitivamente assimilato alla pasticceria palermitana e in generale di tutta la regione, anche grazie al fatto che l’anguria è un frutto che si può trovare sulle tavole generalmente per tutto il periodo estivo e in comunque in gran parte dell’anno.

Scopriamo assieme la ricetta.

 

Ingredienti:

1 kg di polpa di anguria matura, pulendo la polpa dai semi e passandola al setaccio

200 g di zucchero (la quantità può variare in base alla dolcezza del frutto)

80 g di amido per dolci

50 g di cioccolato fondente

30 g di pistacchi sgusciati

1 stecca di cannella

1 cucchiaino di cannella in polvere

Preparazione:

Scottate i pistacchi in acqua bollente per qualche minuto poi asciugateli accuratamente, pelateli, tritateli grossolanamente e teneteli da parte in una ciotola, sminuzzate al coltello il cioccolato e tenete anche questo da parte in un luogo fresco. Cominciate a pulire l’anguria eliminando prima la buccia, poi tagliatela a pezzi e private la polpa di tutti i semi quindi passatela nel passaverdure munito di disco con i fori piccoli, io vi consiglio per un composto più omogeneo di utilizzare un minipimer, e raccoglietela in una ciotola, infine setacciatela con un colino a maglie strette. Versate il succo ottenuto in una ciotola capiente aggiungete l’amido per dolci poco alla volta mescolando ininterrottamente con una frusta per evitare che si formino grumi, per chi ama l’aroma del gelsomino, lasciare macerare per 24 ore in mezzo bicchiere d’acqua, circa 15 fiori e aggiungere quindi al composto l’acqua aromatizzata, bilanciando all’occorrenza con qualche grammo in più di amido. Quindi versate in una tegame, aggiungete lo zucchero e la stecca di cannella. Amalgamate il tutto, poi mettete la pentola sul fuoco e senza smettere mai di mescolare, attendete che arrivi a bollore. Proseguite la cottura a fuoco dolce per altri quattro o cinque minuti (sempre mescolando) sino a quando la crema non si sarà addensata. Togliete la casseruola dal fuoco ed una volta che il composto sarà quasi freddo e tenderà a diventare denso unite la cannella in polvere. Versate il composto in coppe di vetro oppure in stampini monoporzione in silicone, sigillate con la pellicola e metteteli in frigorifero per circa 4 ore, o nel caso ne abbiate modo, anche per più tempo. Al momento di servire decorate con scaglie di cioccolato, che richiamano i semini del frutto, granella di pistacchi e nel caso i fiori di gelsomino.

Ricetta tratta da “L’Italia del Gambero Rosso – Sicilia”

Buona estate, buon Ferragosto.

P.S.